Tom Jones Ricorda Elvis Presley

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Perlanera
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Iscritto il: 08 mar 2009, 12:28

Tom Jones Ricorda Elvis Presley

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Tom Jones Ricorda Elvis Presley:

Quando ero ancora adolescente, nel Galles del sud c'era un disc jockey di nome Jack Jackson che lavorava alla BBC Light. Era abbastanza vecchio da poter essere mio nonno, ma tutti lo consideravano veramente bravo perche' faceva suonare tutti i dischi piu' recenti ancora prima che diventassero dei successi americani.
Fu cosi' che sentii per la prima volta Elvis Presley. C'era questo nuovo genere musicale, il rock'n roll, che aveva portato tanto successo a Bill Haley nel 1955, da Shake Rattle And Roll a Rock Around The Clock a See You Later Alligator..E improvvisamente il mondo ebbe una rivoluzione musicale.
Elvis Presley e'venuto su con quella musica, ma aveva un suo stile. Ho ascoltato il suo primo successo, Heartbreak Hotel, sulle nostre radio a transistor che tenevamo sulla credenza della cucina e ha avuto un effetto immediato e profondo sul modo in cui guardavo la vita.
Jackson ci disse che era bianco..ma io non riuscivo a crederlo perche' il suo canto aveva lo stile dei musicisti neri del sud. Poi arrivarono Blue Suede Shoes, I Want You, I Need You, I Love You, Hound Dog e Love Me Tender. L'anno successivo, Mistery Train, Rip It Up, Too Much. E poi All Shook Up al primo posto in Gran Bretagna. A me, che ero un cantante alle prime armi che aveva trascorso ore interminabili a cantare e suonare come un cantante nero Americano, Elvis dimostro' che il mio non era un sogno impossibile.
A quei tempi le nostre radio non erano Hi-tech e suonavano con frequenza VHF, il suono digitale sarebbe arrivato 40 anni dopo. Ma anche cosi'e il ronzio che si sentiva a causa della cattiva ricezione non si poteva mettere in discussione la potenza della voce di Elvis.
In qualche modo riuscii a racimolare i soldi per comprare ogni disco di Elvis in modo che potessi esercitarmi in privato nella mia camera sul suo stile unico. Non ho mai provato a imitarlo perche' sapevo che sarebbe stato importante essere me stesso. Ma sono stato molto ispirato da lui.
Ogni volta che sono riuscito a vederlo in tv, poche volte, osservavo il modo in cui muoveva il bacino. Questo fu molto difficile perché le telecamere non lo riprendevano dalla vita in giù…
La maggior parte dei cantanti, quando vanno sul palco, prendono il microfono con entrambe le mani e si concentrano solo su quello che stanno cantando. In realta' non pensavano che il movimento del corpo avrebbe dato piu' senso a una canzone. Tanti artisti credevano che facendolo potevano apparire stupidi o apertamente sessuali. A Elvis non importava. Ha solo fatto quello che sentiva naturale. Anch'io ho fatto la stessa cosa. Ho pensato : "voglio andare la' fuori e fare cio' che sento naturale per me". E ha funzionato.

Nel 1965 la mia carriera di cantante era decollata, 3 dischi di successo e un album che vendeva bene.
Ho fatto il mio primo viaggio in America. Sono andato ai Paramount Studios per registrare una canzone per un film. Qualcuno mi disse che in uno studio vicino Elvis stava filmando una scena e allora decisi di andarlo a salutare.
Mi disse che quando mi senti' cantare What's New Pussycat, penso' che io fossi nero. E io pensai a quanto fosse ironico tutto questo, perche' anch'io avevo pensato la stessa cosa di lui quando lo sentii cantare la prima volta.
Fu allora che comincio'la nostra amicizia, ma e' stato 3 anni dopo che mi fece il piu' bel complimento.

Lui non aveva fatto piu' spettacoli per alcuni anni, perche' era stato troppo occupato a fare film e sfornare dischi di successo. Stava preparando il suo ritorno a Las Vegas, ma era nervoso e aveva paura che il pubblico non lo accettasse. La scena musicale era cambiata, andavano di moda i gruppi musicali e io ero uno dei pochi cantanti solisti che ancora si esibiva a Vegas, cosi' volle vedere come mi andava.
Elvis che voleva guardare me? Io non ci potevo credere.
Per fortuna non sapevo in anticipo chi partecipava al mio show, altrimenti se sapevo che c'era Elvis a guardarmi sarei stato terrorizzato.
In seguito egli venne dietro le quinte e mi disse che gli avevo dato la fiducia per esibirsi di nuovo dal vivo.
Mi ha detto: " tutto e' cambiato cosi' tanto. Adesso ci sono i gruppi musicali, i Beatles stanno avendo un grande successo, e ho avuto paura che la carriera da solista fosse finita. Inoltre non voglio mettere su uno spettacolo antiquato. Ma guardando te ho capito che c'e' ancora una grande richiesta per il genere che faccio."

...Era un uomo generoso e penso che sentiva che mi doveva qualcosa.
Una volta a Las Vegas ho avuto dei problemi con i miei coristi, che si erano offesi per una battuta che avevo fatto sul palco. Elvis decise di risolvere il mio problema e mi regalo' un altro gruppo. A mia insaputa, li fece venire a Las Vegas e prenoto' un albergo per farli riposare, tutto a sue spese. Poi li porto'² in camera mia per un provino. E' stato molto premuroso da parte sua, ma gli spiegai che avevo un contratto vincolante con i miei cantanti e non avrei potuto sostituirli senza essere denunciato. I cantanti di Elvis erano delusi, ma lui non li lascio' andare a mani vuote. Ando' in bagno, strappo' un pezzo di carta igienica e scrisse contratto per loro li prese a lavorare con lui per la cifra di 100.000$.

La nostra amicizia era basata sul rispetto reciproco e l'interesse comune per la musica.
Inoltre nessuno dei due si riteneva superiore all'altro, ci siamo sempre trattati alla pari.
Comunque lui era molto modesto nonostante tutti lo ammirassero e questo lo ha reso veramente grande.
Una volta mi chiese come avevo affrontato il successo. Gli ho risposto che per me non era stato molto difficile anche perche' avevo avuto il tempo di abituarmi. Mi disse che aveva tentato di provare farmaci differenti per mantenersi in forma e avere un piccolo aiuto per uscire sul palco tutte le sere. Mi chiese se anche noi usavamo quella roba e fu molto sorpreso quando gli risposi di no.
Gli dissi che mi piaceva rilassarmi solo con un drink in mano.
Piu' tardi mi disse che aveva fatto alcuni cambiamenti nella sua vita e aveva finalmente messo la testa a posto. Sua moglie Priscilla, mi disse che quando io e Elvis eravamo insieme, sembrava essere una persona diversa, molto piu'felice. Era se stesso.
Abbiamo trascorso qualche tempo insieme alle Hawaii. Ci sedevamo fianco a fianco e suonavamo la chitarra e cantavamo, con nessun altro intorno.
Eravamo come due bambini, i migliori amici che si divertivano a fare quello che sapevano fare meglio. Cantavamo e suonavamo tutta la notte, ma purtroppo non abbiamo mai fatto un disco insieme ne fotografie che riprendessero quei momenti.
Priscilla mi disse: "non avevo mai visto questa parte di Elvis prima. Lui e' cosi' felice di avere qualcuno che capisce quello che sta facendo musicalmente"
Siamo rimasti amici fino alla fine, e anche se ho fatto molti cambiamenti nel campo musicale nel corso degli anni, guardo al passato con grande affetto e ammirazione per un grande uomo e un artista straordinario.

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