STORIA DEL 45 GIRI

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Snowbird
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STORIA DEL 45 GIRI

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UN BUCO CON DUE CANZONI INTORNO

(a cura di Gianluca Barezzi)

Conosciamo quasi tutto del mondo vinilico. La produzione musicale, dal cantante più sconosciuto ai campioni di incasso, a un sessantennio dal primo LP non ha più segreti.

Ciascuno di noi serra nel pugno di note di un ritornello le stagioni più belle della sua vita, e non c'è canzonetta che non evochi un profumo, un immagine, un istante di felicità o di dolore di chi l'ha posseduta come una bella donna. I più incalliti, malati cronici quanto me, contano i ricordi più intensi sulla mano sinistra mentre la destra appoggia ancora una volta il pick-up sul microsolco per inebriarsi dell'ultimo acquisto.

Quello che pochi sanno, compreso il sottoscritto fino al momento di iniziare questo lavoro, è che il sinonimo di canzonetta per eccellenza, il 45 giri, ènato quasi per caso. E' frutto della competizione feroce, nell'immediato dopoguerra americano, tra i due colossi discografici CBS e RCA, che cercavano una chance produttiva che permettesse a ognuno di conquistarsi la leadership del mercato.

La storia del foro tondo con due canzoni intorno parte dal Long Playing. Nel 1948 la Columbia annuncia infatti negli Stati Uniti la nascita del 33 giri e 1/3. Una deflagrazione nel mondo del 78 giri, che in un colpo solo viene rimpiazzato (e con una qualità infinitamente superiore) da un supporto più capace, durevole, leggero, maneggevole, archiviabile e collezionabile.

Tecnologicamente è l'equivalente dell'armageddon del compact disc, che irromperà sul mercato 34 anni dopo, nel 1982. Come per il cd in seguito, il microsolco cambia il sistema di ascolto della musica, con apparecchi interamente elettrici, puntine dedicate e molto più longeve, diffusori acustici che riproducono un suono più pieno, preciso e senza rumori di fondo.

Benedetta Columbia, si dirà  a gran voce, la musica cambia musica! Il Long Playing viene accettato come standard in pochissimi mesi e i cantanti si indirizzano tutti al nuovo formato. Si è in grado di produrre dischi che possono contenere non due ma otto, dieci brani a disco, con risparmio sia per chi compra (ma questo è vero solo per i primi tempi), sia per chi deve stampare un solo disco anzichè quattro.

E qui accade l'imponderabile. La Columbia, tutta compresa nelle vendite e gongolante per l'invenzione del microsolco, si dimentica di brevettarlo. Incredibilmente chi vuole appropriarsi del nuovo sistema senza pagare royalty al suo scopritore è libero di farlo. La Radio Corporation of America approfitta così, a volo di falco, del "buco" di tutela dei diritti, sfruttando il microsolco e cercando un nuovo formato che faccia concorrenza all'odiato competitor.

Perchè 45 giri e non 44 o 46 o 58? Presto detto. Uno degli ingegneri RCA ha un'intuizione, una banalissima sottrazione destinata a costruire la storia della musica del secondo Novecento: settantotto meno trentatre uguale quarantacinque. Nasce in quella buffa equazione la storia del 45 giri, un formato "di mezzo" tra un passato ormai remoto e un futuro tutto da scoprire. L'avreste mai detto?

Il 31 marzo 1949 la RCA lancia il primo disco singolo a microsolco. A voler essere pignoli, il primo disco stampato in questo formato è un promo, un vinile di dimostrazione inviato a tutti i rivenditori d'America, che devono far ascoltare ai clienti e poi rispedire all'azienda. In realtà  proprio il 31 marzo vengono pubblicati, tutti insieme, 76 album e 104 singoli. Cosa si intende per album? Non certo il concetto moderno di LP da sfogliare, nato nel 1967 con Sgt Pepper's Lonely Hearts Club Band dei Beatles, ma un cofanetto di tre-quattro 45 giri confezionati per essere messi tutti in sequenza sul braccio meccanico del giradischi, come in un juke-box, e ascoltati uno dopo l'altro. Ecco il motivo per cui, in un "album" di 4 singoli, sul lato B del primo non c'è la continuazione del lato A ma l'ultimo brano (n. 8) dell'album, sul lato B del secondo c'è il brano n. 7 e così via).

Mentre le ballate di Hank Williams impazzano in tutte le classifiche grazie alla diffusione del nuovo supporto, nel 1949 via via iniziano la MGM, la Capitol, la Decca, la Coral, la Brunswick ad abbracciare la nuova religione.

La trasmutazione del 78 giri in chiave moderna porta alle case discografiche molti vantaggi. Grazie alla sua praticità diventerà nel tempo un prodotto di molto più largo consumo del formato precedente (con un incremento titanico delle vendite) e diffonderà  più velocemente e più capillarmente anche i cataloghi e i titoli più difficili; inoltre permetterà  di investire costantemente nella ricerca di nuove voci, nuovi autori, nuovi musicisti, ecc.

In Italia, secondo Mario De Luigi, direttore del glorioso Musica e Dischi e autore del preziosissimo L'industria discografica in Italia (1982, Lato Side Editori), la discografia nascente nel dopoguerra (CGD di Teddy Reno e Celson dei fratelli Gurtler, fondatori della Saar che distribuirà una galassia di altre etichette), oltre alle aziende già  consolidate (Cetra, Voce del padrone, Fonit, Durium, Parlophon, ecc.) E' titubante di fronte all'ascesa del 45 giri. Si discute molto ma nessuno osa lanciarsi. Solo a partire dalla primavera del 1952 a Milano appaiono i primi singoli a microsolco, stampati più come curiosità che come tedofori di un nuovo, dinamico mercato.

E' Rock'n'Roll

Un celebre malato patologico italiano di Rock'n'Roll èil lodigiano Riccardo Sanna, in arte Ricky Gianco, che non solo c'è, alla nascita di quest'epopea musicale, ma neppure dorme. Lui, Celentano, Dallara e altri minori (ricordo tra questi il bravissimo Johnny Baldini, di cui troppo poco si sa e meno ancora si dice) sono i primi, a Milano, a scimmiottare i maestri americani Elvis Presley, Little Richard, Chuck Berry nei festival e nelle gare canore del 1957, quando il Rock'n'Roll in America è già mito e psicosi collettiva.

Perchè parliamo di Gianco? Perchè, oltre a essere uno dei più grandi collezionisti italiani di dischi del genere che ha rivoluzionato pensiero, stile di vita e sessualitù  dei giovani di tutto il mondo, nel 1991 ha intitolato un suo apprezzatissimo album E' Rock'n'Roll, omaggiando Giorgio Gaber, Adriano Celentano, Mina e tutti gli urlatori che hanno iniziato con lui l'avventura musicale.

Ma come e quando nasce il Rock'n'Roll?

Qualcuno lo fa risalire alle ballate di Hank Williams, celebre autore e cantante di country-blues al sapor di steak'n'fries (bistecca e patate) dell'Alabama.

Qualcuno ne indica il boogie-woogie del dopoguerra come padre putativo.

Altri addirittura puntano il dito verso il blues degli anni Trenta, verso quei chitarristi leggendari come Big Bill Broonzy da cui l'altrettanto leggenda Elvis avrebbe tratto le profondità del suo sound.

C'è chi invece pretende di individuare nel brano di Jackie Brenston Rocket 88 il prodromo del Rock'n'Roll, solo perchè contiene la parola rock.

In realtà  il genere nascerebbe, secondo gli ultimi studi, addirittura nel 1947 con un brano del sassofonista Wild Bill Moore (William M. Moore). Il pezzo si intitola "We're Gonna Rock, We're Gonna Roll".
E' un flop terribile: se inizialmente i disc-jockey lo esaltano, la risposta deludente del pubblico li induce ad archiviare il 78 giri entro un paio di settimane. Ma Moore non demorde, crede ciecamente in quella novità  e dopo il successo di Huckle-Buck ("Il secchio bucato", 1949) di Paul Williams, sassofonista in seconda della sua band, torna alla carica con un'altra incisione del suo brano, che viene intitolato più concisamente Rock And Roll. Il sound è accattivante, il ritmo incalzante, l'uso del sax solista rivoluzionario. E pian piano infiamma i consensi dei giovani, che iniziano ad acquisire coscienza della novità di un filone che ha grinta e mordente.

"Gli anni Cinquanta sono il decennio in cui i bambini della Guerra diventano adolescenti". Michael Ochs apre così la prefazione del capitolo dedicato ai Cinquanta del suo libro 1,000 Record Covers. La frase fissa il momento più importante della storia musicale americana. E' infatti l'adolescenza il periodo in cui si sveglia la curiosità  musicale, perchè la musica aggrega, fa discutere, fa ballare, integra o emargina da un gruppo. Per i quattordicenni americani l'ingresso nella sessualità  coincide con una rivoluzione musicale fatta di testi ficcanti e allusivi (quando addirittura non espliciti) e mosse coreutiche che ricordano da vicino l'amplesso.

Questa fase è l'origine di quel risveglio delle coscienze giovanili dal torpore degli Anni Quaranta che porterà, verso la metà dei Sixties, al rifiuto dell'ipocrisia della società  così come veniva imposta dall'alto.

Mentre i genitori si chiudono dietro la maschera del focolare perbenista, condannando il Rock'n'Roll come una manifestazione del Diavolo in persona, la forza dirompente di una musica che pulsa nelle vene e che fa muovere a tempo anche le gambe dei paralitici esplode violenta a partire dal 1954, l'anno della comparsa sulla Terra di un giovanotto dalle ginocchia nervose che, chitarra in mano, ammicca sornione alla vita e alle ragazzine che si strappano i capelli solo a guardarlo. E' un simbolo, un icona vivente. Se la leggenda ha un immagine fisica, questa è lui.

Il suo nome ognun lo sa: Elvis Presley. Una manciata di singoli (cinque) per la Sun, etichetta di Memphis e, a partire da una celebre apparizione televisiva (1956) che fa deflagrare l'America in un tripudio di inni alla censura, la storia della chitarra e della batteria cambiano corso.

Naturalmente non è il primo rocker. Johnny Otis, Joe Turner, Fats Domino incidono già  qualcosa che assomiglia al Rock'n'Roll a partire dal 1951. Ma è Elvis la bomba, il vulcano, l'asteroide che arriva dallo spazio.

In Italia The King sbarca solo nel 1956, quando il rock era in realtà già  arrivato ma solo con dischi di importazione diretta dei pochi fortunati che vi si recavano in vacanza.

La partenza di Elvis è infatti in sordina. Viene pubblicato in un Extended Play del 1956 (Foto 1) il suo primo brano di successo, Heartbreak Hotel, insieme a Joe Reisman, Billy Eckstine e Eartha Kitt.

Proviamo una piccola analisi di questo disco. Il brano di Joe Reisman, autore RCA che dirige un'orchestra da colonne sonore cinematografiche, di Rock'n'Roll non ha quasi nulla se non il titolo e un certo crescendo ritmico verso metà del brano. Una ouverture pretenziosa, per un disco destinato a fare la storia di Presley.

Il riscatto dell'EP arriva con Eartha Kitt, definita dal nostrano Carlo Alberto Rossi, autore di molti brani di Mina, una pazza squilibrata: pazza a tal punto da cercare di farla cadere da un terrazzo piuttosto che farle cantare Che vale per me a Sanremo. L'aneddoto mi è stato raccontato da C.A. Rossi in persona e verrà  ripreso in un altro capitolo della nostra storia. Il brano Honolulu Rock And Roll è un gioiellino, con una Kitt non ancora felina e diabolica come diventerà nel giro di qualche anno, ma già grintosa.

Billy Eckstine presenta The Tennessee Rock 'n' Roll, motivetto gradevole e perfettamente centrato rispetto al titolo del disco.

Si noti a questo punto che Heartbreak Hotel è l'unico brano che non cita il marchio di fabbrica "Rock'n'Roll". Il brano risalta da solo, anche senza artifici editoriali. La leggenda inizia qui, dalla sua voce profonda, calda, sensuale, traboccante di quella personalità  che traspariva solo blandamente dai suoi predecessori tradizionali e melodici. L'eccesso è una delle caratteristiche del rock che più defluisce piano piano nella vita delle sue icone, fino a diventarne la componente principale e, in alcuni casi, unica. Ma gli eccessi finiscono sempre in morti violente, tragiche, come quella di James Dean, di Jim Morrison, Jimi Hendrix, Michael Hutchence, Kurt Cobain e di tutti coloro che percepiscono l'inquietudine del vivere e vi pongono fine lentamente (con la droga) o con un atto risolutivo come il suicidio.

Anche Elvis, negli Anni Settanta, al crepuscolo del suo mito, rimarrà  sul bilico storico dell'incidente o del suicidio, con una verità che, comunque sia, farà male a milioni di persone.

Negli anni a seguire lo sviluppo del Rock'n'Roll è legato solo ed esclusivamente all'ascesa del 45 giri. Il binomio rock'n'Roll e 45 giri è perfetto, dato che le canzoni sono sempre molto brevi (in genere poco meno o poco più di 2 minuti, ciò che diventa uno standard per il genere); i 45 giri, come si è detto, sono molto più leggeri e maneggevoli dei 78 e si possono portare alle feste degli amici anche in numero consistente; sono un supporto economico e di circolazione veloce e agile tra i giovani, che iniziano a consumarli come il pane. Provate a trovare copie in condizioni perfette di un disco di Gene Vincent, Fats Domino, Roy Orbison, Little Richard, Everly Brothers, Jerry Lee Lewis, ecc.: è un'impresa eccezionale.

A coronamento di questa cavalcata offro una piccola galleria di incisioni che tentano di dare un'idea degli albori e dello sviluppo del Rock'n'Roll in Italia. Le copertine di Elvis, naturalmente, spiccano per originalità , invenzione creativa ed estetica superba (Il re del Rock'n'Roll). Ma vi sono anche case discografiche che hanno sfruttato i simboli del Rock'n'Roll per commercializzare canzoni che con questa forma nulla c'entrano: nella compilation dal titolo generico 4 Top Hits della Waldorf Record Corporation (distribuita da Fonit) compaiono una figura di Rock'n'Roll e un sax tenore per attrarre l'attenzione di una fascia precisa di pubblico, ma i quattro brani sono tutti melodici, con voci addirittura liriche!

Offro invece l'opportunità  di ascoltare la prima versione di Only You dei Platters, molto diversa per gli arrangiamenti vocali di Buck Ram, incisa su dischi Parlophon (distr. Carisch) e che diventò celebre solo con l'incisione Mercury, di un solo mese posteriore.


La parabola del 45 giri è cosìnpartita dalla funzione di puro ascolto, passando per quella coreutica (il ballo, le feste con gli amici a tempo di Hully Gully) e finendo col fungere da comunicatore per eccellenza.

L'esempio massimo di quanto il 45 giri sia divenuto nel tempo parte integrante della vita di tutti è il Mio Disco. Nelle stazioni ferroviarie e presso quelle di servizio sulle autostrade fu possibile, a cavallo tra il 1969 e il '70, introdurre cento Lire in una macchinetta e incidere, con un microfono integrato nell'apparecchio, un 45 giri in formato 5 pollici con un messaggio di circa un minuto da spedire ai propri cari. Era l'antesignano degli SMS di oggi. L'esperimento non ebbe gran seguito, però: l'apparecchio fu ritirato dal mercato nel giro di pochi mesi.

A partire dal 1960 il 45 giri era diventato un veicolo pubblicitario formidabile, sia per i prodotti di largo consumo che per località turistiche, night club, operazioni editoriali, più che teatrali e quant'altro necessitasse di un lancio verso il grande pubblico.

I canali di distribuzione furono molteplici. Venne inventato il famoso Flexi Disc, che conteneva una o al massimo due canzoni e che veniva allegato ai prodotti di consumo, come la Cera Grey o l'Invernizzina. Non si contano le aziende, dalle più piccole alle holding, che ne fecero uso; le copie stampate, sull'ordine di qualche decina di milione.

Un altro canale fu l'edicola, a partire dal famoso "Musichiere" televisivo a cui era abbinato, settimana per settimana, un disco flexi venduto con la rivista omonima.

Poi c'erano anche gli omaggi, fatti alla cassa dei grandi magazzini o spediti per posta a un campione di persone. I dischi con la dicitura "Omaggio" erano fuori commercio e non pagavano il 18% di I.G.E., che poi fu sostituita da un'I.V.A. lievitata negli Anni Settanta al 20%.

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